Sviluppare la resilienza per trasformare le nostre ferite in opportunità. È quando si presentano le difficoltà, nei momenti di crisi e di sofferenza, che individui, gruppi e comunità devono trovare in se stessi le risorse per andare avanti. Possono farlo dimostrando elasticità e assorbendo l’urto dell’evento negativo per indirizzarlo verso traiettorie differenti, costruttive invece che distruttive.
Consiste appunto in ciò la “resilienza”, che in termini psicologici è un processo di creazione di competenze, nuovi obiettivi e fiducia in sé necessari per affrontare una prova, riprendersi e uscirne rafforzati. E non è un caso che proprio in questa nostra epoca segnata dall’incertezza e dall’emergenza la resilienza si sia imposta nel linguaggio corrente e che riscuota sempre maggiore attenzione nel campo della psicologia. Per evitare però fraintendimenti sul suo reale significato o sovrapposizioni di discorsi eterogenei, è bene anzitutto distinguere la resilienza da altre capacità umane, come la resistenza o il semplice recupero.
Occorre quindi comprendere come essa agisce in seguito a certi eventi (ossia condizioni di stress di varia entità), quali meccanismi e stratagemmi ne favoriscono la manifestazione, se la si debba intendere solo come un fenomeno individuale o non ne vadano considerati invece anche l’aspetto relazionale e la dimensione collettiva, infine quali possono essere le sue trappole.
Lungo questo percorso, il libro conduce il lettore alla scoperta del potere della resilienza in quanto possibilità di trasformare il dolore, i traumi e le sconfitte in opportunità, ovvero la fragilità in forza, e dimostra che è possibile, oltre che auspicabile, diventare più forti riappropriandosi della facoltà di scegliere e di ricostruire la propria esistenza dopo un momento di crisi. Senza mai dimenticare che resilienti non si nasce, ma si diventa, con un esercizio continuo.
Numerosi studi hanno dimostrato che la resilienza è uno dei fattori più importanti per pronosticare una vita adulta di successo. La resilienza, cioè capacità di “riprendersi”, di saper gestire le emozioni e controllare lo stress è il tratto distintivo di un adulto sano ed efficiente.
A proposito di urti: resilienza viene da una parola latina, resalio, che significa saltare, balzare. Un tempo era un termine per pochi eletti, lo usavano i fisici per descrivere l’attitudine di un corpo a resistere a un urto. Oggi la resilienza è molto di moda e la si piazza ovunque, anche a sproposito, proprio come si faceva negli anni Ottanta con la panna in cucina.
Per essere precisi, in psicologia la resilienza indica la capacità di fronteggiare situazioni di stress: un problema sul lavoro, le difficoltà di un figlio a scuola, un inconveniente improvviso, l’arrivo in casa di un nuovo bambino. La resilienza è come l’ingrediente segreto della Coca-Cola: quella magica attitudine che nella giusta dose permette di superare crisi e tensioni, salvaguardando le persone e pure i legami tra loro.
La resilienza è uno dei misteri più insoluti dalla scienza e dalla psicologia. Qual è il segreto che rende alcune persone capaci di sopravvivere alle avversità, facendo tesoro del proprio disagio e delle proprie fatiche e trasformando tutto questo in un’opportunità di crescita e miglioramento di sé?
Il termine resilienza in campo psico-sociale, a livello familiare, indica, inoltre, la capacità di «coltivare risorse» per andare incontro positivamente ai cambiamenti della vita.
Come è noto, il costrutto di resilienza si è sviluppato in un primo momento dal punto di vista individuale, verificando come vi fossero dei bambini che nonostante e a dispetto di condizioni familiari disfunzionali, risultassero «invincibili» e «invulnerabili» (Garmesy, 1971). In questa visione la resilienza è letta più nei termini di personalità che di strategie di attivazione nell’affrontare le difficoltà.
Più recentemente, l’attenzione si è spostata verso la resilienza a livello familiare, legata maggiormente ai processi relazionali e quindi più comprensibile se esaminata secondo un’ottica ecologica dello sviluppo umano. Il concetto di famiglia resiliente descrive un percorso di adattamento rispetto agli stress, sia nel presente sia nel tempo.
Le famiglie resilienti rispondono positivamente a queste condizioni attraverso modalità che variano a seconda del contesto, del livello di sviluppo, della combinazione interattiva di fattori di rischio e di protezione e della prospettiva condivisa come famiglia (Hawley e DeHaan, 1996).