In paesi e città di ogni dimensione, i visitatori in Italia si trovano di fronte a ettari di muri ricoperti di lettere dipinte a spruzzo e disegni esoterici. Questo non è un nuovo fenomeno urbano, come lo è in tanti altri paesi; L’Italia ha una lunga storia di “tag art”, che risale ai romani.
Sui muri di Pompei si possono ancora trovare alcuni tormentoni altamente istruttivi e divertenti, che vanno dalle pubblicità di prostitute popolari agli slogan elettorali che si sarebbero tenuti lì la settimana dopo la fatale eruzione del Vesuvio nell’agosto del 79 d.C.
Pompei, tuttavia, non era in alcun modo unica nel suo uso dei graffiti per dichiarare punti di vista sia personali che politici; i bastioni e le facciate dell’antica Roma e di altre città della penisola erano abitualmente usati come casse di risonanza per espressioni individuali e cause sociali.
Gli onnipresenti scarabocchi sui muri di oggi continuano a ruotare attorno a temi di interesse quotidiano, in particolare per i giovani. Il calcio, le tendenze musicali e la politica sono tutti argomenti popolari, ma il tema di gran lunga più diffuso è l’amore.
Lo stereotipo degli italiani come il più romantico di tutti i popoli e dell’italiano come la lingua impareggiabile dell’amore non è una novità.
Alla domanda su quale delle tante lingue del suo impero parlasse più frequentemente, si suppone che Carlo V abbia risposto: “Parlo tedesco al mio cavallo, francese a Dio, spagnolo alla mia corte e italiano alle mie amanti”.
Senza dubbio perché la presunzione di fare l’amore compulsivo si combina così bene con altri elementi della loro eredità: l’esuberanza del barocco in relazione alla musica e alle feste teatrali, per esempio, e il culto della bellezza fisica idealizzato nell’antichità e celebrato con tanto entusiasmo durante il Rinascimento, il tutto esaltato dal clima afoso del sud subtropicale: gli italiani si sono divertiti per secoli a promuoversi come un popolo che indossa il cuore in mano; la pervasività dell’amore come tema per i graffiti contemporanei potrebbe quindi essere vista rientrare in uno schema secolare.
L’immagine del cliché, tuttavia, nasconde una realtà ben diversa: che gli italiani hanno una visione dell’amore molto più pratica di quanto indicherebbero le loro onnipresenti dichiarazioni su edifici di ogni tipo, comprese chiese e stazioni di polizia.
I graffiti in Italia sono un fenomeno che riguarda sia la cultura urbana che la giustizia penale. In generale, la pratica dei graffiti in Italia è considerata un atto di vandalismo e, come tale, è punita dalla legge.
Tuttavia, c’è una differenza tra graffiti e vandalismo, poiché i graffiti spesso sono considerati forme di espressione artistica o politica.
In Italia, la legge prevede pene severe per chi commette atti di vandalismo, comprese le sanzioni amministrative e penali. Le sanzioni amministrative possono comprendere multe e la rimozione forzata dei graffiti, mentre le sanzioni penali possono comprendere la reclusione fino a 2 anni.
Nel recente passato, c’è stata una crescente attenzione sulla questione dei graffiti in Italia, sia da parte delle autorità che da parte della società in generale.
In alcune città, come Milano, sono stati creati spazi dedicati ai graffiti, in cui gli artisti possono esprimersi liberamente senza rischiare di essere puniti dalla legge.
In generale, la pratica dei graffiti in Italia è vista come un’opportunità per i giovani artisti di esprimersi e far conoscere il loro lavoro, ma allo stesso tempo rappresenta un problema per le autorità che devono far fronte all’aumento dei danni causati dal vandalismo.