Prefazione Innovazione e reti creative: il ruolo del Networked Flow di Davide Bennato Sezione Prima LA CREATIVITÀ: DALL’INDIVIDUO ALLA RETE 1. Introduzione. La creatività come fenomeno complesso di Andrea Gaggioli 2. Le reti creative: processi cognitivi e struttura sociale di Andrea Gaggioli e Roberta Zurlo 3. I presupposti cognitivi del Networked Flow: presenza e presenza sociale di Giuseppe Riva 4. Il processo di emergenza del Networked Flow di Luca Milani
Sezione Seconda NETWORKED FLOW: STRUMENTI, CONTESTI E TECNICHE DI INDAGINE 5. Networked Flow in azione: reti creative e Web 2.0 di Roberta Zurlo, Giuseppe Riva, Andrea Gaggioli, Luca Milani 6. Alcuni metodi per lo studio del Networked Flow in ambienti reali e virtuali: Social Network Analysise web tracking di Elvis Mazzoni 7. Analizzare l’esperienza di Networked Flow tramite la Social Network Analysis: esempi di applicazione di Elvis Mazzoni 8. Conclusioni. Verso il Networked Flow di Giuseppe Riva, Luca Milani e Andrea Gaggioli Bibliografia Gli Autori
La teoria dello psicologo ungherese Csikszentmihalyi, recentemente scomparso, rappresenta uno dei capi saldi della psicologia positiva e trova ampie applicazioni all’interno di differenti contesti.
Al tempo stesso abbiamo avuto modo di analizzare come l’innovazione – e più in generale la storia dell’uomo – sia un processo di rete e si basi in larga misura sulle reti sociali che caratterizzano la vita di tutti noi.
Il networked flow è la crasi di questi due concetti. È possibile – detto altrimenti – sperimentare un’esperienza ottimale che non sia individuale, ma di gruppo?
Il concetto nasce dagli studi di Riva e Gaggioli, due docenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che analizzano in che modo i processi di rete possano essere resi ottimali e portare a risultati migliori per le persone che li attivano e per le organizzazioni (o la società in senso allargato).
Per consentire l’emersione di questo processo, che può avere enormi benefici sulla creatività delle persone e delle imprese, è necessario abilitare ambienti inclusivi, co-costruiti con le persone e ripensare i nostri modelli di lavoro verso scenari maggiormente collaborativi e aperti a positive contaminazioni esterne.