In un contesto fortemente competitivo, in cui la relazione commerciale è un elemento critico, sapere quali soluzioni e comportamenti sono più funzionali per il successo della vendita diventa strategico. Dall’inizio degli anni Duemila, lo sviluppo di potenti strumenti di indagine sul cervello e le neuroscienze hanno reso possibile scoprirli: oggi, infatti, sappiamo come vengono prese le decisioni e, di conseguenza, possiamo applicare queste fondamentali conoscenze alle relazioni commerciali.
Con il neuroselling – quella disciplina che considera centrali, nei processi di vendita, le funzioni del cervello e il rapporto della mente umana con emozioni e scelte – tutti i venditori potranno diventare dunque più efficaci ed efficienti, aumentando le vendite e mandando in soffitta conoscenze obsolete che non servono più a nulla.
Il neuroselling si occupa del funzionamento del cervello e la sua relazione con il comportamento e con il processo decisionale, per migliorare le relazioni con i clienti e aumentare le prestazioni di vendita di prodotti e servizi.
Il neuroselling riguarda lo studio delle informazioni acquisite nelle neuroscienze per capire come funziona il cervello di un acquirente.
È una tecnica di neuromarketing utilizzata per implementare la conoscenza nelle strategie di vendita che vengono messe in atto dal venditore.
Il neuroselling è quel processo che contempla come asse trasversale, le funzioni e il rapporto della mente umana nei processi di vendita affinché i venditori siano più efficaci ed efficienti e le vendite aumentino, sostituendo così le tecniche tradizionali come le vendite porta a porta, il telemarketing e l’e mail marketing.
Alla base del neuroselling vi sono diverse possibili applicazioni: dalla conoscenza dei sistemi decisionali degli interlocutori alla valutazione degli stili emotivi personali, dall’analisi del rapporto tra stili emotivi e plasticità cerebrale alla conoscenza dei processi di base dell’interlocutore e dello stesso venditore.