Questo è un libro sul metodo. Certo, espone teorie e presenta esperienze, ma si propone sopratutto di offrire un’architettura logica e operativa per la prevenzione primaria. Il metodo presentato deriva dalle conoscenze maturate nei settori dell’Educazione della salute e della Psicologia di comunità. Come tutti i metodi la sua vocazione è quella della trasferibilità. L’autore fa parte di un Istituto (ARIPS) che da anni persegue una ricerca teorica e applicata sui metodi per l’induzione del cambiamento nei piccoli, medi e macro-sistemi.
Le esperienze di prevenzione primaria qui presentate sono state realizzate sia per soddisfare i problemi delle aree interessate (Genova, Forlì, Marone), ma anche per mettere a punto un metodo applicabile, pur con i necessari ritocchi, in tutte le realtà territoriali interessate alla prevenzione. Ci sembra che, malgrado sia necessario aumentare le esperienze per avere ulteriori verifiche, questo contributo possa considerarsi un passo importante per lo sviluppo di una prevenzione primaria scientificamente fondata.
Nel campo della medicina sociale, si distinguono tre tipi di azione preventiva: la prevenzione primaria, la prevenzione secondaria, la prevenzione terziaria.
La prevenzione primaria è intesa a ridurre le possibilità di malattia in una popolazione che ne è esposta al rischio (population-at-risk), come accade quando si mette a punto un nuovo tipo di vaccino. Il fine, qui, è di impedire addirittura che le persone si ammalino.
I problemi della dipendenza sono talmente compositi da rendere necessario un approfondimento di alcune questioni specifiche essenziali per ogni educatore, per un accostamento ad un’idea più attuale della sua professione e più chiara della dimensione della prevenzione.
Nell’ambito delle funzioni socio-assistenziali di propria competenza i comuni, avvalendosi ove possibile delle associazioni, perseguono mediante loro consorzi, ovvero attraverso appositi centri gestiti in economia o a mezzo di loro associazioni, senza fini di lucro, riconosciute o riconoscibili, i seguenti obiettivi in tema di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti:
a) prevenzione della emarginazione e del disadattamento sociale mediante la progettazione e realizzazione, in forma diretta o indiretta, di interventi programmati;
b) rilevazione ed analisi, anche in collaborazione con le autorità scolastiche, delle cause locali di disagio familiare e sociale che favoriscono il disadattamento dei giovani e la dispersione scolastica;
c) reinserimento scolastico, lavorativo e sociale del tossicodipendente.