I sukuk, strumenti finanziari dalle radici antiche, sono certificati di investimento conformi alla Legge Islamica e rappresentano il segmento più innovativo e dinamico della finanza coranica con emissioni pari, solo nei primi sette mesi del 2012, a circa 100 miliardi di dollari.
Spesso citati impropriamente come obbligazioni, per via dei flussi periodici ad essi associati, i certificati islamici non sono fondati sul tasso di interesse, finanziano progetti conformi alla Legge islamica (nel principio della condivisione dei profitti e delle perdite) e rappresentano una asset class a sè rispetto alle obbligazioni, dalle quali differiscono profondamente nel rischio e nei diritti associati agli investitori.
Il volume tratta il mercato e le opportunità legate ai sukuk con taglio pratico, delineando le particolarità di strutturazione dei certificati per poi analizzare in modo critico le sfide da cogliere per uscire dall’alveo di strumento islamico e arrivare sui mercati mondiali.
Recenti ed ingenti emissioni di sukuk anche da parte di società multinazionali non islamiche (tra le altre, General Electric e Goldman Sachs) hanno acceso i riflettori sul contributo che i certificati possono offrire al fine di diversificare la base geografica degli investitori, aiutando a gestire, nel contempo, l’annoso problema della liquidità degli intermediari islamici.
La possibilità di utilizzare tecniche e strumenti shari’a compliant è un aspetto rilevante anche in relazione al finanziamento di operazioni di partenariato pubblico e privato. In un crescente numero di paesi infatti, i “bond islamici” vengono utilizzati e richiesti per finanziare la creazione di infrastrutture.
Come sappiamo il divieto di ribâ nella finanza islamica si traduce nell’impossibilità di guadagnare denaro dal semplice trascorrere del tempo ed impone quindi l’esistenza di attività reali alla base di ogni transizione finanziaria. Secondo i principi della finanza islamica quindi, nel partenariato pubblico e privato al finanziatore è concesso di prendere parte all’operazione e dividerne i rischi, in modo che il guadagno o le perdite conseguenti, siano relazionate al successo o insuccesso dell’iniziativa.
I bond islamici convertibili stanno avendo un grosso successo proprio nei mercati europei; sempre più investitori ritengono che i Sukuk stiano diventando una valida alternativa ai tradizionali metodi di investimento.