Il testo, nella sua agile formulazione, si propone di passare in rassegna i tre elementi fondamentali nell’organizzazione del sistema idrico-potabile: amministrazione, gestione e tutela. In particolare presenta una analisi critica degli indirizzi normativi e delle politiche gestionali che ne discendono, nel tentativo di dimostrare che la temuta scarsità di risorsa idrica è invece sostanzialmente dovuta ad un approccio che non considera l’intero ciclo naturale dell’acqua, ma solo una parte di esso.
Le tesi proposte sono dunque mirate a provare che solo una più aderente conoscenza delle disponibilità naturali, intese in portata e tempi, determina una più coerente, efficace ed efficiente gestione della risorsa idrica, in termini di funzionalità industriale. L’ultima parte del volume, dedicata alla tutela, espone validi suggerimenti per il riconoscimento e l’adozione di metodi di salvaguardia delle fonti, non tralasciando considerazioni di carattere economico-territoriale sulla loro opportunità di applicazione.
L’acqua potabile è una risorsa naturale primaria destinata al consumo, permettendo la sopravvivenza degli esseri viventi.
I processi di potabilizzazione permettono di migliorare le proprietà dell’acqua rendendola potabile, classico esempio è l’aggiunta di cloro come disinfettante; allo stesso tempo il calcio viene introdotto per alzare il pH e salvaguardare l’integrità dei tubi in materiali metallici dalla corrosione.
Il D.Lgs. 31/2001, e successive modificazioni e integrazioni è il riferimento normativo italiano che, recependo la Direttiva Europea 98/83/CE, disciplina il campo delle acque potabili e definisce anche i parametri analitici ai quali un’acqua deve sottostare per potere essere definita potabile.
La stessa normativa definisce le acque destinate al consumo umano nei seguenti modi:
«Le acque trattate o non trattate, destinate ad uso potabile, per la preparazione di cibi e bevande, o per altri usi domestici, a prescindere dalla loro origine, siano esse fornite tramite una rete di distribuzione, mediante cisterne, in bottiglie o in contenitori.»
«Le acque utilizzate in un’impresa alimentare per la fabbricazione, il trattamento, la conservazione o l’immissione sul mercato di prodotti o di sostanze destinate al consumo umano, escluse quelle, individuate ai sensi dell’articolo 11, comma 1, lettera e), la cui qualità non può avere conseguenze sulla salubrità del prodotto alimentare finale.»
Nel 2009, il Decreto Ronchi ha stabilito la privatizzazione dei gestori dei servizi essenziali di pubblica utilità, tra i quali le acque. La legge non ha modificato la proprietà del bene pubblico, degli impianti idrici e la natura pubblica dell’organismo di controllo.
L’espressione risorse idriche indica, in senso strettamente generale, tutte le varie forme di disponibilità dell’acqua: una sostanza indispensabile all’uomo e all’ecosistema in cui vive, che al tempo stesso può essere abbondante e disponibile oppure scarsa e indisponibile.