I limiti epistemologici delle teorie criminologiche

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Nel corso del tempo si sono evidenziati diversi approcci allo studio del crimine che hanno
ipotizzato le origini del comportamento criminale localizzate nella psiche dell’individuo, nel suo
patrimonio genetico, nell’ambiente sociale, nelle psicopatologie o ancora nelle diverse modalità di attribuzione di significato alla realtà o nella capacità di adattamento alle norme.

Talune scuole criminologiche si sono attestate su posizioni critiche ponendo in discussione il rapporto stesso tra individuo e un sistema normativo che è culturalmente e socialmente determinato e come tale non necessariamente accettabile da tutti.

Le teorie criminologiche possano fornire degli spunti utili per meglio comprendere l’eziologia delle  varie forma di criminalità, in grado di fornire gli spunti maggiormente significativi dei vari approcci ancora vivi nella Criminologia contemporanea ognuno dei quali offre alcune possibili “cause” della fenomenologia criminale.

In realtà sovente le teorizzazioni mostrano semplificazioni ed esasperazioni concettuali che non corrispondono alla realtà.

Il concetto stesso di causa, applicato al comportamento umano, necessita di estrema cautela proprio in ragione degli infiniti fattori che influenzano l’agire dell’uomo, posti su piani genetici, biologici, psicologici, sociali e talvolta fortuiti, mediati ed organizzati, tra l’altro, dalla variabile primaria indotta dalla razionalità e dalla libertà di scelta.

 

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