Manifestabili in molte possibili forme, isolati o in comorbilità, i disturbi della comunicazione costituiscono un ampio e complesso spettro di difficoltà, che comprende i disturbi socio-comunicativi, semantici, della pragmatica e, non ultimi, i disturbi di comunicazione tipici dell’autismo.
Affrontando i disturbi della comunicazione alla luce delle nuove classificazioni del DSM-5®, e passando in rassegna le conoscenze acquisite in ambito nazionale e internazionale e gli ultimi progressi della ricerca, gli autori tracciano un quadro completo sui più efficaci modelli di valutazione e trattamento.
Il volume, grazie al suo approccio neuropsicologico e multidisciplinare basato su evidenze scientifiche ed esperienze di intervento, costituisce un importante contributo alla conoscenza dei disturbi e delle loro caratteristiche essenziali.
Le esperienze psicopatologiche, le loro diverse forme di espressione, non sono se non disturbi della comunicazione: questa è la tesi di Ludwig Binswanger, uno dei grandi psichiatri del secolo scorso, al quale si deve la rifondazione fenomenologica della psichiatria, ricondotta al suo statuto di scienza radicalmente umana, e la cura non può se non essere ricerca e ricostruzione della comunicazione perduta. Sí, comunicazione, relazione, colloquio e dialogo sono sfere semantiche che sconfinano le une nelle altre, e sono fra le esperienze piú complesse e piú difficili, piú ambigue e piú imprevedibili, della vita.
Ci si avvia a un’adeguata comunicazione, a una relazione dialogica, con se stessi e con gli altri, solo lungo i sentieri della immedesimazione nei pensieri, nei sentimenti e nei desideri degli altri; ma le cose cambiano nella misura in cui si abbia a che fare con una comunicazione razionale, o con una comunicazione emozionale.
Ma anche il tempo, sapere scegliere il momento di parlare e quello di tacere, sapere armonizzare la nostra esperienza del tempo con quella degli altri, è la premessa allo svolgimento di una comunicazione che consenta di entrare in relazione sia con la vita di ogni giorno sia con la vita ferita dalla malattia.
I disturbi, con cui ha a che fare la psichiatria, non sono in ultima istanza se non disturbi della comunicazione. Come dice Ludwig Binswanger, quello che noi sperimentiamo, quello di cui facciamo esperienza, nell’incontro con un paziente non sono modificazioni dell’organismo ma modificazioni in ordine alla comunicazione, al mettersi in relazione e al rimanere in comunicazione, con chi sta male.
Sono modificazioni che noi abitualmente riviviamo come intralci, o come complicazioni, sulla via della comunicazione, e che possono essere di matrice emozionale, razionale o semplicemente linguistica.
Sono molteplici le modalità di una comunicazione infranta, di una comunicazione interumana spezzata, nella vita di ogni giorno; ma esse si ripetono ancora più complesse e problematiche, ancora più dolorose e angoscianti, nella vita della malattia: nella vita che continua a testimoniare di sé come una nostalgia di infinito in ogni forma di sofferenza psichica: sia in quella neurotica sia in quella psicotica.