Nella gran parte dell’opinione pubblica, i videogiochi sono spesso associati a violenza, comportamenti inappropriati, obesità, desocializzazione, inattività fisica, confusione tra il virtuale, il reale e l’immaginario, e rimangono, in ultima battuta, un fenomeno essenzialmente maschile.
La pratica di questi giochi è, nella mente, tanto più problematica in quanto oggetto di un consumo solitario, frammentato, ripetuto e ossessivo, che favorirebbe una maggiore alienazione individuale e l’induzione di comportamenti aggressivi.
I videogiochi sono anche associati a pratiche eccessive e problematiche che possono trasformarsi in una vera e propria dipendenza. Questa prima posizione, che punta agli effetti negativi dei videogiochi, è la più diffusa non solo nei media e nelle famiglie, ma anche nella letteratura sociologica internazionale. Ciò è rafforzato dal gran numero di articoli scientifici che trattano degli effetti deleteri dei videogiochi.
Alcuni ricercatori (Anderson e Bushman, 2001), non esitano nelle loro argomentazioni ad associare alcuni fenomeni particolarmente nefasti, come gli omicidi avvenuti nei campus o nelle scuole (Paducah, Kentucky : Jonesboro, Arkansas e Littleton, Colorado) ai videogiochi. Ricordano che, in questi omicidi, gli autori erano tutti accanisti giocatori di videogiochi violenti. Per questi teorici, il lato positivo di queste tragedie è l’attenzione riservata dalla stampa ai crescenti problemi della violenza dei videogiochi (Anderson e Bushman, 2001, p. 353).
Questo, in realtà, focalizza l’attenzione pubblica solo su una delle presunte caratteristiche dei videogiochi – la violenza – a scapito di altre più positive e che non vengono solitamente menzionate dalla letteratura (siano esse educative, terapeutiche o formative) ma anche di altri effetti deleteri (obesità, inattività fisica, trascuratezza parentale, ecc.). Va anche ricordato che l’origine del comportamento violento nei bambini e negli adolescenti è in realtà un fenomeno complesso e polifattoriale e dipende da una pletora di parametri ambientali e familiari – (Bensley, 1995 in Mouchabac, 2009, p. 43).
In sintesi, giocare attivamente e frequentemente a questi giochi violenti non basterebbe a spiegare l’eventuale comportamento violento dei bambini. Questo fattore (i videogiochi violenti) ha probabilmente la sua quota di influenza, ma questa sarebbe semplicemente una concausa, insieme ad altri criteri.
Altri effetti negativi sono spesso menzionati per denigrare i videogiochi, come il rapporto tra tale pratica e l’obesità, i disturbi dell’attenzione, il calo del rendimento scolastico, la desocializzazione, ecc.